Poesia

Maratoneta

30 ottobre 2019

Scarpe consumate,
scarpe logore
macinando chilometri, 
come una maratoneta,
una maratoneta.

In giro per la casa,
corridoio, stanze,
bagno, cucina,
per sentieri disegnati,
per strade progettate, 
da un ingegnere,
di un altro mondo,
un ingegnere non reale,
un ingegnere.

Alberga nella testa, 
e via, via in luoghi fantastici,
in luoghi dove nessuno
può andare.

Dove ci sono dialoghi
con personaggi immaginari,
dove tutto è possibile,
dove la fantasia
si confonde,
con la fantasia.

Un nuovo mondo,
privato e intimo,
un mondo prigione,
dove hai smarrito la via,
per sempre.

Per sempre, e nemmeno
l'amore di un figlio
può portarti indietro,
e nemmeno
l'amore di un figlio
può ridartila tua identità
di madre.

La tua identità 
di donna smarrita
nell'abisso  eterno,
della perdizione.

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