Poesia

Lettere strappate al circo delle burle sdentate

14 settembre 2019

I miei diciotto anni,
a tracolla,
con lo zaino della
scuola, a tracolla,
peso e misura,
cultura, e vita,
a tracolla, sulla
giovane schiena.

Da lunedì al sabato,
orario fisso, occupazione,
che imperla col sudore,
dell'impegno, e dedizione.

Sessantasei,
tragitto da piazza montano
fino al portone di casa,
sessantasei, di posti,
a sedere.

Gente,
in piedi appesa
agli appositi, sostegni,
come quadri,
in attesa di una mano
sicura, a restaurare,
le smorte intensità
d'insieme.

Saluto timido e imbranato,
cadeva fuori, dal finestrino,
del veicolo a strapiombo,
sul selciato.

Nessun eco di risposta,
saluto femmina,
capelli castani, muto,
come un pesce,
oceano abissale,
non raggiungibile
senza muta ed
equipaggiamento.

così diventai, pesce,
muto come un pesce,
e l'inspererato saluto
di risposta sali in superficie,
tra i riflessi d'oro del sole,
e spruzzi d'argento,
due saluti si davano
la mano.

Una corrispondenza di intenti,
cominciò, della durata,
di tre lettere, appena,
tre lettere.

Tre lettere,
un'amara scoperta,
licenzio il postino,
lei fidanzata a una divisa,
io lettere strappate,
al circo delle burle, sdentate.

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