Poesia

Cronaca dell'ovest parte seconda

11 Dicembre 2020

A Frank
non
importava,
più,
ne
della
donna,
ne
del
denaro.

Ormai,
aveva,
solo,
uno,
scopo,
una
smania,
che
si
faceva
strada,
un
proiettile,
fisso,
conficcato,
nel
cervello,
che
non
gli
dava
tregua.

Per
la prima
volta,
vacillava,
sotto,
l'imperturbabile,
sguardo,
sicuro,
di
quei
suoi occhi
gelidi,
e
impietosi.

Vacillava,
dentro,
quei,
suoi,
panni,
inespressivi,
abbigliati,
con
un
completo,
a
tinta
unità
di
nera
eleganza,
capello,
incluso.

Spronato,
a
mettere
a
fuoco,
quello
straniero,
sfocato,
in
cerca
della
nitidezza,
risolutiva,
da
offrire
allo
spettatore,
saldato,
sulla
sedia
o
poltrona,
fino,
alla
sequenza
finale.

Dalla
cavalcatura,
con
la criniera,
d'inchiostro,
e
gli
zoccoli,
di
brace,
scese,
per
andare
in
contro
al
suo
destino,
in
passato,
troppe
volte
rimandato,
delegandolo,
a
terzi.

La
sua
flemma,
tipica,
lo
portò,
dirimpetto
al
rebus,
con
l'armonica
in
bocca,
a
intonare,
il
passato,
improvvisato,
dalla
morte.

Al tacere,
di
ogni
cosa
Frank,
senti,
quel
proiettile,
fisso,
conficcato,
nel
cervello,
scavare,
bruciare,
consumare,
i
rimasugli,
della
sua
vita,
in
un
istante,
fulmineo.

Si
ritrovo,
supino,
adesivo,
al
suolo,
e
nella
foschia,
dell'ultimo
respiro,
esalato,
distinse,
il
trapasso,
porgergli,
un
allungato
benvenuto.

Una mano,
indistinta,
della
vendetta,
insinuo,
nella
sua
bocca,
l'armonica,
e
tutti
i
pezzi
iniziarono
a
combaciare,
alla
conclusione,
del
tramonto,
dove,
il
dolore,
non
pasteggia
più.

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