Diario

Saturno e la malinconia

Nella medicina medievale e rinascimentale la bile nera ("melaina chole", da cui proviene la "melancholia") è associata alla terra, elemento freddo e secco, alla stagione invernale e al pianeta Saturno. Microcosmo e macrocosmo sono legati da una fitta rete di corrispondenze, e il macrocosmo è ancora letto e interpretato da un punto di vista qualitativo. La scienza meccanicistica di impronta galileiana, che cancellerà gli elementi qualitativi del reale, a favore delle quantità misurabili con "esattezza", è lontana. Poste queste premesse, i caratteri tipici della melanconia non coincidono affatto con quelli della mestizia e della tristezza, se non in parte. L'influsso saturnino che agisce tramite la bile nera porta l'individuo al disordine interiore, un disordine allucinatorio che sembra sprofondare il malinconico in un baratro. E tuttavia, l'influsso saturnino conferisce anche una particolare propensione al raccoglimento interiore e alla conoscenza contemplativa, scrive Marsilio Ficino rielaborando i temi della tradizione medica medievale. Come dire, che la melanconia è la premessa necessaria per raggiungere una centratura altrimenti impossibile. E' in questo senso che la "nigredo" degli alchimisti, strettamente affine all'umor nero descritto dai medici, costituisce la prima tappa dell'elevazione spirituale. Solo chi è sprofondato negli abissi più tetri può avere una chance di elevazione.

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