Diario

AL TEMPO DEI MAIALI ERAN SOSPIRI 67

L'autostrada scorreva tranquilla e ci eravamo messi in silenzio,completamente assorti
nei pensieri…Guardando nel terso cielo molto ricco di abbagliati scintillanti e
sorridenti,m'immaginavo di vedere la mia vita passata e futura come in un sogno,
e tutto scorreva velocemente come in un film muto,ologrammi tridimensionali si muovevano in sincronia evidenziando gli errori e le ingiustizie subite,ma anche le cose belle e i doveri che avevamo nei confronti della società perchè tutto potesse funzionare per il meglio,non che noi fossimo determinanti e imprescindibili per dare
un senso compiuto a tutto,ma per il fatto che unendoci in sinergia ad altre energie
si potesse arrivare a qualcosa di speciale che cambia il modo di agire e di pensare
dell'umanità,ma consapevoli che quel traguardo,purtroppo era ancora lontano
eoni di eternità…Mi vedevo ancora neonato sgambettare e smanettare allegramente e in sofferenza…Allora usava rifasciare gli infanti quasi come mummie egiziane,per cui ogni movimento era improbabile…Mi vedevo un po' più grandicello,quando dopo aver fatto i miei bisognini fisiologici nel pannolino,allora di stoffa,mi rincantucciavo in un angolo della modesta casetta nella quale vivevo vergognoso e timoroso,forse di
essere punito per aver commesso chissà cosa invece che un po' di cacca o di pipì…
O forse, chissà,non ricordo,ero stato punito veramente e da quello derivavano le mie
paure…Mah!…Questo è un carattere che mi porto dietro ancora adesso e che talvolta
mi isola dal gruppo di amici col quale sono in sincronia,passando per un associale,
cosa che è fuori dal mondo e che in parte mi condiziona pesantemente nelle relazioni
di qualsiasi tipo.
Improvvisamente questa immagine lasciava il posto a una campagna rigogliosa nella sua incommensurabile bellezza…Immensi campi di grano ostentavano il loro oro
esteriore esaltato da l'oro del sole che faceva scintillare le spighe di riflessi simili
a stelle del firmamento.Alberi stracolmi di frutti di ogni genere ostentavano i loro beni
preziosi e ricchi di colore,tanto che spesso un ramo si spezzava per l'abbondanza
delle prelibatezze genuine e prive a quei tempi dei veleni che ora abbondano nelle
coltivazioni.Stormi di rondini indaffarate volteggiavano allegramente nell'aria pregna
di letizia,umili e generose nel loro festar gioioso come un virus che attacca la felicità.
Un abbaiare festoso mi fece riconoscere il mio piccolo barboncino bianco,vecchio amico di un tempo remoto che mi vedeva come un piccolo fanciullo scalpitante
e ignaro dei pericoli della vita…Correva nelle verdi redole,fra campi di grano,granturco e panico e saltava le fosse come facevano le rane,in quel tempo abbondanti e gracchianti…E io ero lì con lui,sgambettavo nella spensieratezza di una fanciullezza
vergine delle malignità e del dolore del male…Rivedevo la visione anche del triste momento della separazione,quando il mio piccolo amichetto peloso e bianco mi
fu tolto ingiustamente ferendo il mio orgoglio e la mia dignità di bambino,e distruggendo il primo dei miei innocenti sogni,l'amore che portavo per quel cagnolino
che per me non era un insignificante cane ma il mio più caro amico e compagno di giochi e di tanti giorni felici vissuti insieme..Unico rammarico,non riesco a ricordarmi il
suo nome,ma la sua visione è ancor nitida ora come allora.

OGNI RIFERIMENTO A COSE PERSONE E FATTI è PURAMENTE CASUALE

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