come quando fuori mare piove sotto lune oscure e burrascose i marinai – dalle alte ali traballanti fra foche nane e un secco pescecane salpano dalle onde marose le reti vorticose dal nulla strappate – nelle attese speranze di notti sposate – senza amare stelle.
O come quelli approdati a le taverne del giorno dopo naufraghi – dalle ali arse spezzate di vita, barcollanti giocatori tra fumi e odori, ne l’ultima partita si attendono seri, la carta che a sorte ricami di donna un esile sorriso ne l’amara sera.
O come sotto il bianco sole svogliato, nel mattino cocente e voglioso e veloce e vacillante verso quell’arioso campo rosso e scanso bisognoso il ghiaioso fosso e per terra cado
e in cuore lo sguardo si annega nel polveroso prato di colore seccato zerbino – ai piedi del Divino sono seccate farfalle ortiche e spighe.
Solo è rimasto un rosso fiore scampato, in attesa de la sera di lunghe attese setose mani e poi colme di nera pece ammantate.
Poesia