Poesia

La caparbietà del mio sguardo

Occhi, a lanciare strali
diffidenti e civettuoli,
sgomenti d'occhiaie profonde,
in una miscellanea di rughe
che parlano alla vita.
Disagi, patiti su montagne
di cui non si son viste mai le cime,
dilatati di meraviglie
stroncate al primo germoglio,
a sopportare lunghe assenze
di felicità e passioni
nell'interiorità dispersa
tra le stelle e le stalle,
e avvezzi da sempre
a giorni luminosi e bui,
a rimuginare sulle cattiverie
e sulle malvagità del vivere
senza perderne la fierezza.
.
Cesare Moceo vecchio ragazzo del 53
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