Diario

sulla categoria del 'bello' nel Medioevo

Anche se il Medioevo riconosce una dimensione propriamente "estetica" dell'arte, si vedano le trattazioni relative al cosiddetto 'pulchrum artis', la bellezza rimane una categoria ontologica, che solo in seconda istanza assume un valore soggettivo nel senso della sensibilità percettiva. Il bello è una sorta di predicato trascendentale che equivale all'ente, all'uno, al vero. In questo senso il bello creaturale è segno e riflesso della bellezza suprema del Creatore. Cifra della trascendenza. Cantare la bellezza significa innalzare una preghiera, un canto di lode al Maestro supremo.

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