Poesia

42…e son pochi

Sotto il cielo grigio
di un inverno cupo,
tra l’echeggiar di bocche
che parlano strano
su tracce ormai fredde
d’un sole lontano,
il mio passo affondava
tra ricordi sbiaditi
e lampi rugosi
di giorni passati a litigi
e sorrisi rabbiosi.
La mente distesa
su quegli scogli dolenti,
lo sguardo lontano,
al di là del mare,
il dolce invito dei tuoi occhi,
arrivò a dar provviste
alla fonte della mia
già arida sorgente.
Non mi sottrassi
a quel destino,
abbandonandomi, inerme,
alla tua sbalorditiva bellezza,
all’odore pungente
della tua gioventù,
innamorandomi
della fragranza sparsa
emanata dal tuo amore,
vestendo la mia giovinezza
con i suoni ritmati
della tua esuberanza
a germogliare il mio seme
tra le pieghe fertili
della tua bontà,
disfacendo le coperte
che avvolgevano di silenzi
e di gelo il mio sconforto.
Ancor oggi che
quella fragranza,
mi trafigge i sensi
e ogni giorno mi ridà la vita.
.
Cesare Moceo ragazzo del 53
Poeta di Cefalù destrierodoc
@ Tutti I diritti riservati

Leave a Reply