Diario

Innamorarsi di un vecchio

Era il giorno del mio trentanovesimo compleanno quando entrai in quell'alloggio sporco e sovraffollato il cui unico riparo al coperto era costituito da una baracca pericolante in legno. Notai subito la tua presenza che risaltava tra tutte le altre. Qualificai quel sentimento come un colpo di fulmine eppure mi era capitato solo un'altra volta in vita mia con quello che sarebbe diventato il padre dei miei figli. Mi chiedevo il perché di quel coinvolgimento emotivo visti i presupposti fisici. Eri grande e grasso con gli occhi penduli, in bocca conservavi pochi denti completamente usurati, il manto bianco e l'andatura claudicante per via di un incidente avuto in tenera età che ti aveva comportato una brutta frattura mai curata. Provavo a svolgere il lavoro per il quale ero stata chiamata continuando a guardarti con la coda degli occhi : eri seduto in disparte e mi fissavi con uno sguardo triste e sofferente.
Decisi a quel punto che avrei potuto ospitarti a casa mia. Avevo voglia di fare qualcosa di buono e mi era capitata l'occasione giusta!
Non dimenticherò mai il giorno in cui ti trasferisti da me: ti collocai in una stanza munita di un piccolo bagnetto. Il tuo odore misto di pecora e polvere saturo'in breve tempo l'aria. Fu a quel punto che cominciai a ragionare sulla scelta: come ti prenderanno i miei figli? E come sarai tu con loro? Non potevo presentarti a nessuno in quelle condizioni e, come sempre, stavo pensando a me!
Ci mettesti 2 giorni ad alzarti per fare i bisogni. Ti guardavi intorno con aria disorientata. Non sapevi cosa stessi facendo lì e soprattutto per quanto tempo sarebbe durata. Avavi passato tutta la vita sballottolato da una parte all'altra nell'indifferenza generalizzata. Mai nessuno che ti coccolasse, ti curasse o ti ascoltasse. Ho avuto il piacere di sentire 2 volte la tua voce e in entrambe le occasioni stavi dormendo.
Ti trovasti ben presto un ruolo nel mio ambulatorio Veterinario : accompagnavi i clienti e ti curavi dei pazienti con una premura commovente! Al risveglio ogni animale poteva contare sui tuoi baci e sulle tue carezze. E poi guai se provavo a chiudere la gabbia. Come suonava il campanello correvi per primo alla porta sperando di trovare una manina pronta ad accarezzarti il viso. Eri nato per quel lavoro e a detta di tutti sembravi felice. La maggior parte delle persone apprezzava la tua presenza, solo una piccola parte ti emarginava giudicando, tra le righe, la mia scelta come inopportuna.
Ti chiamavamo Nando un nome che ti fu' attribuito qualche anno prima da un ragazzino poco più che ventenne. Non rispondevi a quel nome forse per via della tua sordità senile ma a noi piaceva fare rime del tipo: Nando stai sonnecchiando?
Anvedi come russa Nando!
Oppure Nando.. Ci stai ascoltando??
In famiglia ti adoravamo. Eri sempre molto opportuno e di buon umore. Non trovavi una sistemazione fissa in casa quasi come se non fosse anche tua. Ci guardavi sempre a debita distanza. Forse non ti volevi affezionare a noi. Ma neanche noi volevamo legarci a te. Sapevamo che da un momento all'altro te ne saresti andato. E così è stato.
Il Signore ti ha chiamato proprio il giorno di Natale e credo che questo non sia stato un caso. Si è fatto proprio un bel regalo di compleanno è..
Avevo già sofferto per la morte di un animale come e anche più di adesso. Questa volta però ho la consapevolezza di aver perso un amico che ho stimato! Come se si possa stimare un cane..
Sono convinta che gli animali dovrebbero vivere 2 volte come premio. Gli uomini come punizione
Non conoscerò mai qual è stato il tuo passato ma sono certa di cosa ti aspetta in futuro: vola in cielo amico mio e non aver paura. Per tutto il mondo non sei stato nessuno ma lassù tutti sanno che invece sei il NUMERO UNO

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