Poesia

Io e il mare,due corpi…una voce (2012)

Guardo
con il cuore fremente
e la mente alienata,
questo mare
ancora debole di maestrale,
facendolo diventare
ai miei occhi
il luogo della mia solitudine
sbandierata ai quattro venti.
Sono quí
nell'assenza di me stesso,
con l'anima cullata
dallo sciabordío delle onde
che si gonfiano pian piano
sotto la spinta dei miei silenzi
e mi sento
come la pecora nera di quest'Umanitá
nata nelle vie della liberazione
adornate da fiori appassiti
nell'interioritá di chi
non si adatta all'inerzia.
E vivo come colui che sin da piccolo
ha dovuto rivoluzionare i suoi criteri,
andando contro
il cammino naturale nel mondo,
d'ogni sua tradizione obsoleta
e per questo criticato
giudicato e abbandonato.
La "pecora più nera",
quella che ha gridato sempre
la sua ribellione
nel non poter raccontare al vivere
i desideri repressi
i sogni irrealizzati e le frustrazioni.
Ora che la mia etá
comincia a vestirsi d'argento,
ho raggiunto l'intensa certezza
che non potró mai dubitare
della raritá di viver tutti i momenti
in cui mi vedró felice,
nel mio essere il sogno realizzato
di chi non ha voce;
nel mio poter gridare: PRESENTE
.
Cesare Moceo
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