Poesia

Anche i gabbiani sono diventati aquile

Passeggio al mattino nel mio presente
paesaggio di spiaggia spoglia
vedon i miei occhi
dove fino a ieri feste di vita
allietavano i cuori
Al di là dei tetti
luci tremule nelle case
s'intravedono
tra fosche umide nuvole
impregnate di sale
che salgono piano dal mare
e accarezzano il cielo
Oltre le finestre
risate di bambini e d'adulti felici
immagino a ricordarmi la vita
continue voci di tentativi
di sovvertire le emozioni
da parte dei pensieri
a impregnare la mia intimità
palesemente scossa
con l'intento di rilanciare
nell'umore svampito
passioni sfrenate
e senza alcun risentimento
là fomentano i drammi incalzanti
che guardano a quelle
come ultima espressione
di un falso quieto vivere
Se li aspetta il cuore
nei suoi palpiti d'amore
pur cosciente
di non esser più corrisposto
Li attende l'anima
nella sua consunzione d'ateismo
che vuol condensare
le sue ultime forze
per inclinare le volontà della mente
a suo vantaggio
e li fomenta infine la stessa mente
lei scaltramente furba
nel desiderio egoista
di condurre alla sua mercè
sia il cuore che l'anima
E tutt'e tre infelici
cantano uni e trini
inni di guerra
per attraversare
la solitudine dei giorni
mentre dal mio sguardo
perso in quel vivere
io prendo l'essenzialità
nel rilucere dei miei occhi
come fossero guizzi di saette
Poi il silenzio
e ritorna felice il futuro
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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