Diario

Immaginazione, conoscenza e poesia in Dante

Nella filosofia medievale, la cosiddetta "immaginazione" è la facoltà conoscitiva che riceve e registra le immagini corporee fornite dai sensi. Tale facoltà riproduce all'interno dell'anima ciò che proviene dall'esterno e si conserva nella memoria. Si tratta di una immaginazione riproduttiva, vincolata al mondo inferiore, e del tutto passiva. In "Purgatorio" XVII (dal verso 13 in poi), Dante esamina il caso in cui l'immaginazione sia influenzata dalle sfere celesti, e per loro tramite dalle intelligenze angeliche. In questo caso l'anima non attinge passivamente ai materiali offerti dal mondo corporeo, ma elabora attivamente dei processi che attingono dalle visioni offerte dalle potenze superiori che governano il cosmo su mandato divino. E' questo secondo tipo di immaginazione, attiva e rivolta verso l'alto, che sta alla base del processo di produzione del testo poetico. Ecco come la generica dottrina della "ispirazione" viene precisata in una teoria della conoscenza basata sull'apporto delle fonti neoplatoniche, ben note a Dante. La poesia ispirata rappresenta dunque una forma di conoscenza ancora più potente rispetto a quella elaborata dall'intelletto: i materiali di partenza di cui si avvale l'intelletto sono sempre ed esclusivamente derivati dal mondo dei sensi, dal mondo corporeo, dal mondo inferiore. L'intelletto arranca, l'immaginazione vola.

Leave a Reply