Diario

Else Lasker-Schüler

Sto rileggendo le "Ballate ebraiche" di Else Lasker-Schüler, la poetessa amica di Trakl che appartiene alla prima generazione dell'espressionismo. È interessante l'uso che la Lasker-Schüler fa dei nomi di fantasia (Karl Kraus, "il Dalai Lama", Franz Werfel, "il Principe di Praga", e lei stessa "Tino di Bagdad"). Questi nomi sono maschere oniriche e fiabesche affini allo spirito di certo romanticismo tedesco incline all'esotismo. In questa riscrittura dei nomi si nasconde un attacco al filisteismo borghese, per cui tutto deve rientrare in una determinazione anagrafica rigorosa, "realisticamente" determinata. E' una logica del fantastico, nel senso di Novalis, quella che la Lasker-Schüler mette in scena nei suoi testi poetici. Ed è chiaro che in questa cifratura yiddish dei nomi, forte è l'influsso della tradizione ebraica tedesca che sfocia in Franz Rosenzweig e in Martin Buber. Senza contare il chassidismo orientale e la Kabbalah.

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