Poesia

passacaglia praghese

blindato fra due supernove
Orione veleggia sui tetti di Praga.
le cuspidi aguzze delle bicocche
trafiggono il ventre del cielo,
un pietrisco di stelle, comete,
vertigini, e occhi di cera,
murati dalla volta celeste.

un vecchio stempiato incespica,
e arranca
tra abissi e piazzali,
tentando di schivare i pugni
della follia.
sotto il mesto cipiglio di Jan Hus,
l'ombra dannata si raccoglie
in meditazione.
è un lento germogliare di rovine
fra stamberghe gremite di alchimisti
che giocano a dadi,
e baldracche squassate dal riso.

l'ombra coriacea insiste,
insiste a scrivere il nome di Dio
impronunciabile
sul selciato fangoso, intingendo le dita
tra i riflessi degli astri sfavillanti
specchiati sulla pozzanghera.
il respiro delle comete cala sui vicoli,
e si mischia alla brezza di maggio.

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