Poesia

Il mio prima,il nostro dopo

Stringo amicizie
con afflizioni e tormenti
sì da non averli per nemici,
anzi apprezzandone il miele
e sentendone il guizzo dolce
nel piacere dell'accettazione.
E aumenta in me
il desiderio di condividerle
con anime in subbuglio,
sfidandone ogni limite
tra le lacrime rinsecchite,
che ancor oggi trastullano
il ricordo della povertà patita
e figlie delle zavorre
che ho dovuto sopportare.
E nel pensare al dopo
che porta all'oblìo,
mi accetto nella consolazione
che il mio prima
non sia stato ignorato,
nonostante la stranezza
a volte imbarazzante
d'allegorie e pensieri,
che avrebbero potuto
nella mente dei più
significare il Nulla;
immagino il mio dopo
in un coro di anime
che prima o poi
potrebbero rinascere
e che abbiano ancora,
relegata nell'interiorità,
l'immensa voglia di riabbracciarsi
e ricordare al mondo
il piacere del fiato d'amore
di quel prima dove hanno già vissuto
assieme al loro esuberante
e spumeggiante desiderio di vita
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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