Diario

AL TEMPO DEI MAIALI ERAN SOSPIRI 148

OGNI RIFERIMENTO A COSE PERSONE E FATTI è PURAMENTE CASUALE:

Dopo avere salutato il commissario Corselli tornammo con Fabio alla sua
elegante dimora,per qualche tempo saremmo stati suoi ospiti.
La situazione imbarazzante e dolorosa nella quale nostro malgrado eravamo
capitati ci stava spremendo come succede ad un'arancia quando viene strizzata,
energie preziose che se ne andavano lasciandoci in uno stato di prostrazione
che intristiva il nostro animo.
Le case del signor Grandi e del signor Poussin erano state assediate da decine
di giornalisti invadenti in attesa di uno scoop dell'ultimo minuto,di notizie con cui
riempire le testate dei propri giornali,era un vero martirio avere tutta quella gente,quella attenzione a due passi dalla nostra serenità interiore,pronti ad assalirci
con domande imbarazzanti al primo respiro di sole che ci invitava a sorridere alla
vita…Come uscivamo fuori un attimo per prendere una boccata d'aria si scatenava
il finimondo,una calca indicibile che ci faceva aumentare le palpitazioni cardiache.
Una situazione imbarazzante,essere osservati così intensamente dallo soccare della mezzanotte allo scoccare di un'altra mezzanotte toglierebbe il sonno anche ad un ghiro,ogni attimo che passava ci vedeva sempre più nervosi e irascibili,e tutto
pareva mettersi d'ostacolo per alimentare le nostre ansie,anche il più piccolo
sassolino diventava un enorme macigno che ci schiacciava sempre di più,bastava
un nonnulla per scuoterci,i nervi erano proprio a fior di pelle.Essere così nel bel
mezzo dell'occhio del ciclone non era per niente piacevole,rischiavamo di essere
spazzati via come foglie morte,quella popolarità negativa e imprevista era tutto
il contrario di quello che la vita,il destino aveva deciso di concederci,anche se
per dirla tutta,io non credo nel destino,di un qualcosa di già scritto che aspetta di scrivere la parola fine del romanzo…cioè agi e ricchezze facili,ma come si dice,ogni rosa ha la sua spina,solo che quella era bella grossa e appuntita e bucava la mente come una dannata,un modo di dire per indicare difficoltà a trovare momenti di pace
per rilassarsi.Eravamo ben consapevoli che una volta raggiunto il successo la nostra vita privata avrebbe avuto un forte contraccolpo emotivo,e questo non ci spaventava,era sempre meglio essere considerati e osannati che derisi ed emarginati,oltre che con pochi denari a disposizione per avere sonni tranquilli,ma un conto era la negazione di quel presente stressante e un conto la positività di una vita ricca di soddisfazioni anche se parca di momenti nei quali si può rifiatare a bocca aperta senza il timore di prendere un mal di gola per il gelo incombente.

OGNI RIFERIMENTO A COSE PERSONE E FATTI è PURAMENTE CASUALE:

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