Poesia

Spettrale

Di piccoli uomini trasparenti
osservo, ormai da tempo,
il freddo e denso andare e venire.

Quale avvenire, quale il senso,
se genetica indole vuole
il desiderio dov'è lo sgomento.

Smalto femmineo, rugoso intento
di corti estenuanti come i tradimenti,
dentro castelli di vetriche menzogne.

Tremori fluorescenti, cascate d'amianto.
Richiami del tempo
stordito da sordidi venerei lamenti.

Grembi di platino, oro ed argento,
essenze lise ma odierne,
nelle magnificenze di orli di cristallo.

Brumoso murmure di covati sospiri,
nel sole che amaranto solo, sale,
sui campi d'acrilico snervante piacere.

Mentore
o mentitore dalle gentili parvenze,
carezzi cullando gocce di spavento
nell'antro virtuale di valli d'ametista.

Mentre gli echi d'una notte ebbra di vuoto
trasformano lapilli geniali in laviche abitudini,
nel magma canonico delle certezze.

Delfini di ghiaccio,
custodi dei sogni di quanti
stupiti, ammutolirono.

Li vidi un tempo.
io, custode dei sogni di chi
stupito, continua il suo viaggio.

Cartocci unti,lattine ed asfalto,
i nostri passi, le grida, gli affanni,

come venature turchesi ne cielo stellato.

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