Diario

Al tempo dei maiali eran sospiri 59

OGNI RIFERIMENTO A COSE PERSONE E FATTI è PURAMENTE CASUALE

Dopo qualche minuto di religioso silenzio dedicati esclusivamente alle canzoni
trasmesse a l'autoradio Mauro ruppe l'incantesimo dicendo. " Che programmi hai
per stasera?…Io risposi in modo incerto visto che non mi ero posto la possibilità
di andare da nessuna parte. " Ma!…Non saprei,ancora non ho deciso nulla però non
credo che andrò da alcuna parte,sono stanco e avrei bisogno di andare a letto presto
per recuperare un po' di energie. " Mauro riprese parola facendomi una proposta. " Hai
perfettamente ragione,anch'io sono stanco ma per una volta facciamo una piccola
trasgressione…Non dirmi di no,stasera devi venire a casa mia,dobbiamo fare almeno un piccolo festeggiamento prometto che non ti tratterrò tanto a lungo…Giurin giuretta,
non dirmi di no mascherina triste del lunedì. " Avrei preferito andare a letto a dormire
ma non potevo rifiutare l'invito di mio cognato,sarei stato troppo scortese…
Mostrandomi entusiasta accettai,e in fondo era quello che desideravo anch'io fare
un festeggiamento,ma non proprio quella sera. " Verrò volentieri,avevo detto che avrei
preferito andare a letto ma era tutta una scusa,non volevo metterti in imbarazzo,sai stavo per farti anch'io la stessa proposta ma poi ho pensato che avresti preferito
concederti esclusivamente alla famiglia,visto che ultimamente gli impegni ci concedono poca intimità…Si vede benissimo che le tue parole vengono dal profondo del cuore,che sono sincere,ormai ti conosco si può dire da una vita…Sono stanco,è vero,ma contento,parteciperemo a una gioia collettiva,stasera nella tua casa brilleranno tutte le stelle del firmamento,è qui la festa?…" Mauro riprese parola
dandomi una pacca sulla spalla sinistra. " Grazie,sapevo che avresti accettato,sono
l'uomo più felice del mondo in questo momento,vorrei gridare di gioia,ma la mia mente
è un fermento di emozioni indescrivibile,il culmine della felicità di una festa straordinaria dove fuochi pirotecnici colorano la notte col colore incantato della
letizia che arricchisce la luce delle selle. " In quell'attimo alla radio stavano dando
un'altra bella canzone,allora ci mettemmo ancora a cantare seguendo come potevamo
la voce del cantante,e visto che quella era una delle tante cose che sapevamo fare
poco,la riuscita non fu certo ottimale,ma almeno la voce era tenue anche se non
melodiosa come quella del grandissimo Luigi Tenco…Sembravamo due rane in libera
uscita che gracchiavano ciao amore ciao.Eravamo felicissimi,e non mi stancherò
mai di ripeterlo,e anche se la canzone era un po' triste zampillavamo festosi come
una ricca fontana adorna di bocche e di fascino.La nostra gioia era immensa,ma
cosa dico immensa…Era come una gelateria piena di squisite leccornie e tutta
per noi.Eravamo finalmente vivi,attivi come vulcani risvegliati dopo un lungo
letargo,non ci sentivamo più considerati come spazzatura o merce usata da gettare
via in malo modo.Finalmente potevamo sorridere al Mondo senza la paura che il
Mondo si prendesse gioco di noi,senza la paura di essere emarginati…Eravamo diventati forti,fortissimi nel senso di ricchi ma non avevamo indosso la boria
di tanti miserabili diventati ricchi improvvisamente,eravamo noi stessi,solamente
un po' più sollevati da Terra,anzi ci pareva di non toccarla ma di camminare
negli azzurri abbagliati del cielo fra nuvole bianche che giovano della nostra stessa
gioia.Oramai nulla ci faceva paura,avevamo le spalle coperte e coperte bene,è vero,certe cose accadono solo nelle favole,nei sogni e questo è un bel sogno.
una bella favola da mille e una notte.Un angelo custode straordinario ci proteggeva
meglio di un esercito armato con le armi più moderne e sofisticate oggi a disposizione
dell'essere umano,le diavolerie elettroniche e nanotecnologiche più avanzate…Era
Olivier Poussin,si proprio lui,il nostro benefattore,il nostro vero padre,il tutto,l'uomo
che ci aveva dato il là, l'accordo giusto per poter cantare come il miglior tenore
di cartello…Eravamo vivi e liberi e lo dovevamo a lui,non avremmo più dovuto essere
dei sacchi di patate immobili nel loro stato esistenziale.

Leave a Reply