Poesia

Thaydek camminava sul sentiero cosparso di carbone ardente

Thaydek camminava sul sentiero
cosparso di carbone ardente,
lentamente il dolore gli lambiva i piedi.
Non un lamento uscì dalla sua bocca,
non un piccolo gesto di stizza
stillò dal suo corpo
apparentemente insensibile
al fuoco di quel carbone
preso direttamente
dallo spirito delle ossa dell'Averno,
fiammante.
Non un istante d'incertezza
sfiorò la sua determinazione
ad andare avanti,
ed il passo procedeva innanzi
come se quelli non fossero i suoi piedi…
Come se quello non fosse il suo dolore
ma l'ologramma di un sogno
prestato come visione
per crear al volgo illusione…
Era come se camminasse
su di un verde prato
cosparso di rugiada.
Guardo fiero,imperterrito
ostentava sicurezza,
il volto sereno
non tradiva smorfie di pena.
Era umile nella protervia
di un apparente coraggio,
ma dentro al suo animo
il timore era vibrante
e solamente per la sua capacità
di nasconder le emozioni
lo celava agli astanti increduli,
fissi con occhi sbarrati
a guardar quelle perle di magico
meraviglioso.
Ma il dolore era insopportabile
e avrebbe voluto gridar
con quanto fiato aveva in corpo
per spaventar di brutto quel dolore
e farlo fuggire lontano dai suoi occhi
che non tradivano
il minimo tentennamento emozionale,
la minima sensazione di disagio
fisico e mentale.

Aveva il carisma di un grande uomo
ed era destinato a lasciar un segno
tangibile del suo passaggio
in questa vita terrena
cosparsa di melliflue trappole mentali.

Thaydek vagava solitario
nell'immenso Sahara,
discorreva con la sua ombra
fin dove il miraggio di una stella
getta la sua ancora
e come un oracolo
predice il futuro agli uomini.

Non si dava pace,
la sua mente era un vulcano
in ebollizione,lava
che col suo fuoco materiale
modifica il paesaggio…
Il suo era un perpetuo pensar
e come i marosi del mar
smossi da venti impetuosi
vagava per gli oceani stellati
dispensando sorrisi…
Pensava. "Attraverso le dune del deserto
un granello di sabbia vola leggero
trasportato da refoli di vento amici,
fin dove il cuor riposa,
fin dove il cuor riposa,fin dove
l'amor nasce…
Fin dove la morte sconfitta
muore nel dolore
da lei stessa partorito
in un giorno d'eclissi solare,
fin dove il male brucia
nel fuoco perenne dell'Averno. "

Thaydek cercava i suoi figli
fra i tanti morti della battaglia
appena conclusa…
Soffriva internamente di un male interiore
che gli dava dolore e gli faceva girar la testa.
I figli cercavano Thaydek
fra i tanti morti della battaglia cruenta
appena terminata,che aveva visto
respiri ciclonici d'orrore
ed esondazioni di sangue immani
bagnare la Terra,sconsolata
per l'incoscienza degli uomini,
incoscienza bastonata dai bastonatori
dell'incoscienza,
dell'ira senza fine nel delirio
di menti contorte e subdole
che bramano potere e denaro,
e lottano senza lesinare colpi bassi
alla dignità del plurale degli uomini.
Non si poteva fare un passo indietro,
la scelleratezza aveva fatto il suo corso
ormai,rubando la dignità dei vincitori
e dei vinti…Soffrivano entrambi
di un male interno che logora
e porta alienazione.

Thaydek ed i suoi figli si abbracciarono
fra i tanti morti della battaglia,
ma piansero per l'incoscienza
che aveva alterato la loro mente
e per i tanti morti ai loro piedi
immoti sulla nuda terra,smembrati,
privati ormai delle loro ambizioni,
delle loro emozioni
vivide come i colori dell'arcobaleno…
Inerme torma che non riede.
Gioirono per la tanta fortuna
che gli aveva teso la sua mano
misericordiosa,ma piansero ancora
per i tanti morti della battaglia…
Immoti sulla nuda Terra,compassionevole,
che lasciavano i loro affetti di una vita
e le gioie di una letizia terrena,che pur divise
con i dolori dipingono il respiro
di meraviglioso…Un solo attimo
di felicità vale l'eternità
di un istante vissuto nell'incanto
di un abbraccio d'amore…L'eternità
di un sorriso che suggella la bellezza
di una giornata di fecondo sole
che porta nuove gemme e color,
nuova vita ed amor.

Thaydek parlò ai suoi figli con le lacrime agli occhi
ed una mano tesa sul cuore,guardava in alto
nel cielo terso e azzurro bagnato da l'oro del sol.
" Non uno dei figli deve perire!…
non uno dei padri deve perire!…
Il padre perdona il figli
Il figlio perdona il padre…
Il giudice condanna e assolve il figlio ed il padre,
in quanto autorizzato dagli uomini a dare sentenze…
Un potere troppo grande per l'essere senziente
imperfetto che ancor non sa controllare
la sua ragione,che ancor non sa controllare
le sue emozioni che dominano l'ego e lo spirito.
Dio solamente sa cos'è il bene e cos'è il male,
solo Lui può giudicare,ma non allontanerà
mai un figlio dalla sua casa,gli farà comprendere
l'errore e la saggezza che sono mancati
alterando la già parca consapevolezza umana.
Oggi è stata una giornata orribile
e la stoltezza di pochi uomini
ha preso il sopravvento sulla massa delle persone,
tradite,ancor incoscienti,ancor ignoranti
ed incapaci di pensar col proprio cervello,
distinguere l'irrazionalità da la razionalità.
il bene ed il male…Il potere ha voluto ancora una volta
il suo sacrificio per la causa delle convenienze,
onorando la vittoria bagnata nel dolore e nelle lacrime
di chi puol narrar tale scelleratezza,
e nel sorriso amaro di una vittoria che sa di sconfitta
e lede la dignità di perdenti e vincitori.
Oggi abbiamo perso tutti e tutti insieme dobbiamo cercare
di risvegliar la nostra coscienza dormiente
con un atto di volontà che scaccia il nulla che avanza
impietro. "

Thaydek ed i suoi figli hanno trovato
la loro oasi di pace ormai lontani dal campo di battaglia
e dall'orrore che si poteva leggere
negli occhi dei periti e nello strazio delle loro carni
offese e martoriate…Un sorso d'acqua,di vita ultraterrena
disseta i loro corpi disidratati,il loro spirito
ancor incredulo di aver trovato letizia nella luce eterna.
L'ombra di una palma nell'oasi della speranza
attenua il bruciore della pelle ma non sazia
il dolore della mente che rimembra quella perfida battaglia.

Thaydek ha ritrovato il suo cammello
perduto durante la tempesta di sabbia
che ha cancellato gli orrori della battaglia…
Che ha rallentato il cammino verso la sua oasi:
Thaydek ha ritrovato il padre
che nel rivederlo insieme ai nipoti
ha pianto di gioia ed elargito fioumi di parole
ed oceani di baci,sussurrando teneramente il suo amore,
urlando ai quattro venti la gioia infinita
di un cor ormai vecchio che si entusiasma
sol vedendo una mano che accarezza il suo fragile corpo
e infonde nuove emozioni,una vita persa che improvvisamente
si risveglia come l'alba che succede al tramonto…
Un cor ormai vecchio ma vivo come l'innocenza
e l'entusiasmo di un bambino che corrono felici nei cieli
azzurri e tersi come un aquilone sospinto da un vento amico.

" Il giorno dell'ira è finito Thaydek,
la tua sposa ti aspetta a braccia aperte…Vai!…
Il tuo calvario è finito,lascia agli uomini stolti
la loro stoltezza ed inebriati della ragione che Dio
ti ha donato. "

Leave a Reply