Poesia

Aveva dei capelli neri come la notte e ondulanti come le onde del mare

Era una nottata tremenda,
ai rombi di tuono secchi e violenti
seguiva la luce dei fulmini
saettanti e ramificati
come lingue di fuoco di drago,
intensa e intermittente.
lampeggiavano le sgretole
delle persiane,con la luce
che disegnava nella buia camera
fiammate di giorno con attimi
di buio profondo,seguite ancor
da strisce luminose di paura
che parevan occhi aperti nell'infinito
e ancor buio profondo
che chiudeva le sue lappole
( palpebre-dialetto pistoiese )
nel timor di una luce accecante
che potesse svelar
la sua solitudine,l'inquietudine
che fa palpitare 'l cor e toglie 'l sonno.

Nella mia fantasia di bambino
quelle luci che proiettavano ombre
inquiete e minacciose nella stanza,
erano come fantasmi che vagano
per le case nelle notti buie
e tempestose.Mi rannicchiavo
fra le lenzuola e 'l pannolana
( coperta pesante di lana )
tremando di terror…Mi venivano
'n mente gl'orchi che mangiano
i bambini,i draghi ch' incendiano
le case e le foreste
col loro alito di fuoco
che par fiamma d'Averno… Le streghe
cattive e bitorzolute che vendon
mele avvelenate,e vampiri
usciti dalle loro bare per cercar
sangue di vergini e giovincelli.
ad ogni tuono ne vedevo entrar a frotte
nella camera,allor chiudevo gl'occhi
per qualche istante,rannicchiandomi
ancor di più in modo fetale,
col timor che m'impediva d'addormetarmi.

La pioggia cadeva violenta
sugli embrici del vecchio tetto
consumato dal tempo e cotto dal sole,
nelle pause dei tuoni e dei fulmini
era come panacea,creava effetti
rilassanti che mi facevano apprezzar
maggiormente il calduccio
dentro al vecchio letto di ferro battuto
e nel nero profondo della camera
imbiancata col fior della calce
e arricchita con decori stampati con rullo
da mio padre,e or priva di mostri
terribili che alimentavano la mia fantasia.

In una di quelle pause mi addormentai,
mi trovai perso fra le nuvole
col mare sotto che sbatteva violentemente
contro gli scogli,vedevo gli spruzzi
d'acqua salata alzarsi con veemenza
verso il cielo,illumjnati da una luna piena
e grossa che parreva sorridere,poi,
con mia grande sorpresa
mi accorsi che sorrideva veramente.
Dalla sua bocca uscì un braccio di luce
che venne fino alla mia casa
fra le nuvole…Si aprì la sua mano
nel nitore del sole di mezzanotte,
mentre una voce silente
che rimbombava nella mia mente,
mi disse di adagiarmi su quel palmo
luminoso e accogliente,e così feci.
Fu come trovarsi in mezzo al sole,
vidi gli abbagliati azzurri del cielo
e 'l blu e turchese del mare
venirmi incontro sopra un calesse
trainato da cavalli bianchi
e guidato da un cocchier con le ali
candide come la neve soffice di marzo.
Dentro c'era una donna bellissima
che mi sorrise,aveva capelli neri come
la notte e ondulanti come l'onde del mare,
gli occhi erano un po' azzurri
e un po' verdi e risplendevano di una luce
colma di meraviglioso che creava
arcobaleni e gnomi con le pentole
piene d'oro,l'oro del sol
che con la sua luce dipinge il mondo
di colore.Mi disse di non temere…
Forse era la Madonna.Ma quando
feci per risponder una mano calda
mi adagiò sul mio letto ancor madido
del mio sudor e caldo come una frugiata
(Castagna cotta con la brace )
appena cotta.La luce del sole
aveva invaso la mia camera
creando ombre che parevano capelli
di fata.Sospirai felice salutando
il nuovo giorno invaso da respiri di primavera
che avevano scacciato i fantasmi
presenti nella precedente e piovosa sera.

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