Diario

La partenza

NAVIGAZIONE PER NORFOLK(VIRGINA U.S.A.)

Non era la prima volta che si partiva per più di tre mesi. La notte arrivò veloce su di noi. Erano le dieci circa, l’equipaggio rientrava velocemente sulla nave. Vedevo percorrere la passerella che ci divideva dalla terra con poco entusiasmo. La mente era a casa, la famiglia, figli, moglie, ragazza, genitori. Non si parlava molto, si era li, si sistemavano le borse, su la divisa, e via con il posto di manovra. Si mollano gli ormeggi, la nave dirige la sua prora verso un futuro nuovo, verso l’America!

Ma c’era ancora da affrontare il ponte girevole, per molti l’ultimo saluto visivo con i familiari. La prora varcò questo ultimo limite sotto urla festose ma nello stesso tempo nostalgiche. Era quella gente sul ponte, quella gente in una casa che corre nei pensieri a motivarci. Era anche l’avventura di un mondo nuovo da scoprire. Questo legame tra la consapevolezza della scoperta di qualcosa di unico e la forzata separazione dagli affetti di una vita, creava confusione.

Oramai era notte fonda! Della nostra città di partenza, Taranto, si ricordavano le ultime luci del lungo mare e le voci dei nostri. Pochi giorni ci dividevano dall’Oceano Atlantico. Si, l’oceano, li “fermo” dall’inizio dei tempi. Su di esso epiche avventure vi avevano preso parte. Da ignari ed avventati marinai era stato attraversato negli anni, nei secoli, nei millenni. Anche noi, nel nostro piccolo, lo stavamo attraversando. Lo avevamo visto arrabbiato e pacioso, nero e lucente, li sotto di noi. La prora della nave lo tagliava oltraggiosa, incosciente di ciò in cui stava. Lui, sinceramente, sembrava rispondere al nostro passaggio con un’alta, e ormai famosissima tra i marinai, onda lunga oceanica. E’ molto particolare vederla. Non tutti la apprezzano. Anzi, molti la odiano. La vedi che viene lentamente ad infrangersi su di te minacciosa, ma nello stesso tempo perfetta nel suo andamento. Sembra una sinusoide scolpita nel mare dal più abile degli artisti. E dopo 9 giorni di mare si giunse in America, ma questa è un’altra storia…

 

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