Poesia

SUNLIGHT ON THE HOAR FROST (La luce del sole sulla brina)

 

Il Poeta guarda alla vita
fissando la finestra,
scorgendo l’anima nei rami,
scrutando il respiro
impalpabile del cielo.
Protervo fiore
tra suole impolverate,
sulla riva divelta e sfatta,
irridente acrobata
su traversine di seta.
Gira in bicicletta per le strade vuote
masticando sillabe e fonemi,
a bagnarsi gli occhi di luce,
a guardare stormi di allodole volare,
il nembo pendulo sospeso sul trapezio.
Restano tra le righe, le parole,
si dilatano le pupille di pozzi nascosti,
dove l’acqua rifulge e s’eterna,
dove, a schiere, sprofondano le stelle.
E cerca il sole,
la goccia d’acqua che si fa lacrima
sul volto della pietra,
il pi greco dello sciame,
il mare riflesso sui muri bianchi
delle case,
dove ricadono
glicini a grappoli
mentre nubi s’affoltano
su chiome di vaniglia e l’umbella.
Càpita di restare seduti
su ciocchi traversi
ad aspettare l’alba,
ad ascoltare il frinire
di cicale stanche,
il rombo dell’aereo che assorda,
di camminare sui sassi appuntiti
di terre antiche,
fissare l’ultima bolla di sapone
addormentarsi sull’erba.
M’insegni a guardare oltre la pioggia,
al di là di ombre indolenti,
del riverbero della magnolia.

Thea Matera