Poesia

Giustizia

Nulla è sufficiente per me, vorrei farti più felice delle tue conquiste,
oggi, domani, sempre fino alla fine.
Il cuore e la sua profusione di sangue scoppiano in me, e tu arroccata dall’alto della tua incolmabile fame e sete di libertà credi che questo sia normale.
Abituata alla tua incessante lotta, non sai vedere l’incedere doloroso dei miei passi.
Quando la gente piange di rabbia, tu lamenti l’incapacità d’azione, ti scuoti d’orgoglio con urla strazianti come da madre ferita e violata.
Ma le mie lacrime non sono solo catartiche, servono a uno scopo, che la tua perfezione ignora, che la tua ragione assorbe prima che cadano a terra.
Ma il mio pianto non è casualità, se mi osservi vedrai il mio indelebile sentimento per te.
E tu te ne vai, vagabondando tra i tuoi obiettivi da raggiungere, equanime, imparziale, spassionata, sai arrivare dove le parole non riescono, dove le azioni si spengono.
Sai colpire dove l’audace si mobilita, ne penetri l’essere, il sentimento, la sua pluralità, alloggi nella sua coscienza neutralizzando residui di individualità, un legame che si fa indissolubile.
Eppure la mia stanchezza mi rende debole dal continuo peso che sopporta il mio corpo, un’angoscia opprimente, una moltitudine ai bordi della vita, gemiti soffocati e derisi.
Ma la tua leggerezza come una pacca sulle spalle, come una carezza sul viso, come una bevuta tra amici, come uno sguardo tra amanti, mi riconduce tra le tue braccia.

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