Poesia

RICORDO DI INFANZIA

Il sole, tiepido, ad un tratto si oscura
un fragore rimbomba vicino
al confine fra il cielo e la terra,
forse il capodanno stavolta è arrivato prima?
Non è una nuvola,
quella che si espande rapidamente
e ci acceca.
Noi andiamo,
mano nella mano con papà,
e non capiamo.
Improvvisamente sento
un forte sibilo,
mi penetra in testa.
Papà non mi tiene più per mano,
non ci tiene più per mano.
La mia mano adesso afferra le piccole dita
di Mariam, che piange forte.
Una grande luce si posò
sopra le nostre teste
mentre andavamo a scuola,
sembrava una stella,
ci abbagliò.
Le pareti dalla scuola, ora
non ci sono più
così come quelle del panettiere
e quelle dell'ufficio postale.
Tutte le mamme urlano,
sembra che oggi i bambini
non riescano a tenere la mano dei papà.
Corriamo,
ma Mariam ad ogni passo inciampa.
Mi fermo e cerco di portarla in braccio
ma non riesco,
mi accorgo allora
che sono alto
solo un poco più di lei.
Tutti vanno verso una direzione
e capisco che è di là che dobbiamo andare.
Ma la mia sorellina non ne vuol sapere.
Svuoto il mio zaino e le dico di
infilarsi dentro, che andiamo a cercare mamma e papà.
Ed è cosi
che abbracciati,
camminando,
seguendo le altre mamme e papà,
siamo arrivati a una recinzione.
Un cartello con la scritta ALT,
e un altro con la scritta Welcome to Turkey,
ci fa riposare.
Mamma e papà?
Forse loro
son rimasti indietro,
stanno camminando piano, piano.
Forse stano chiudendo a chiave la porta di casa
quella a fianco della palazzina dell'ufficio postale.

Leave a Reply