Poesia

Vivida e pulsante

14 settembre 2019

Camminavo,
come al mio solito,
camminavo,
file di macchine
chilometriche ingoiavano
le strade,
ingoiavano,
l'asfalto rovente.

File di macchine,
ogni macchina
chissà quale destinazione,
dentro ogni macchina
una schiena
piegata sul volante
in attesa,
di macinare qualche
millimetro.

Nella speranza,
di raggiungere presto,
una via, una casa,
un lavoro, un amore,
e tutto si confonde
nel fragore dei motori,
motori incandescenti,
motori rabbiosi.

Colonne di motori
rabbiosi,
che divorano
con lentezza inesorabile,
con lentezza esasperante,
la città nell'ora di punta,
la città vivida e pulsante.

Sono andato a comprare
al supermarket,
vagando tra gli scaffali
ordinati,
dove la merce
esposta fa la fila
per entrare in una borsa
della spesa,
per entrare in una casa,
ed essere consumata,
dall’umano,
che vive,
e consuma merce,
che vive,
e consuma merce.

Poi sono andato alla cassa
ho pago il dovuto
e sono uscito,
e di nuovo
file di macchine,
autobus, file di destini
che si incrociano, si sfiorano,
si evitano, si guardano,
camminavo,
come al mio solito
camminavo.

La mancanza,
oggi non ho potuto
sfamare la mancanza,
  e la sento protestare,
per il digiuno,
la sento protestare,
ho preso l'autobus,
per ritornare a casa
nell'ora di punta,
nell'ora vivida e pulsante.

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