Poesia

Estate condominiale

12 settembre 2020

Estate,
condominiale,
di villeggianti
stesi,
a testa
in giù,
appesi,
ad
appositi,
sostegni:

Trattenuti,
Fissati,
da mollette
di legno
o di
plastica,
a prendere
il sole,
ad asciugare,
la coscienza,
di vanità
abbronzata.

La sporcizia,
accumulata,
per le foreste,
di mattoni
e cemento,
temporaneamente,
lavata via,
a mano
o in lavatrice,
sdrucciolata,
via,
ma poi,
torna,
a ripresentare,
il totale,
di un conto,
sempre
troppo
rimandato,
con
possibilità
di
dilazionare
le rate.

Estate,
condominiale,
di finestre,
porte finestre,
spalancate,
sulla realtà,
di orecchie,
in ascolto,
nolenti,
volenti,
discrete,
indiscrete.

In cucina,
giungono,
le conversazioni,
telefoniche
e non,
le preghiere,
i litigi,
i festeggiamenti,
usciti di casa,
da un pogiolo
indeterminato:

Ogni volta
diverso,
o sempre
lo stesso,
a prendere
un po d'aria
a visitare,
immobili,
ignoti,
focolare,
privato,
invadendo,
istruendo,
su ciò
che
dovrebbe
essere
riservato.

Estate,
condominiale,
di turisti,
col muso
da cane,
discutono,
abbaiando,
il loro
alfabeto
a quattro zampe,
tra il rombo,
della strada,
e i
cinguettii
volanti.

Di mascherine,
con i carelli,
e le borse,
per fare
la spesa,
di dimenticanza,
imposta,
pretesa,
dalla demenza,
del benessere,
rosso,
vellutato,
manifestato,
dal caratteristico,,
respiro,
morbido,
rumoreggiare,
facendo
il pane,
di sonate,
quartetti,
sinfonie,
sostegno,
e conforto,
maestro
dell'arte.

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