Agosto 2019

a intarsiarsi in tanghi

In un inquieto e turbolento tango intarsiati s’addestran dell’alme nostre i perimetri di non mutar rotta né confine mendicando d’un baluginante smarrirsi van compenso. Passi altro non ci scorgiamo a certificar solitudini avvezzi gambe che con il cuor non dialogano. Non è ormai che l’avvicinarsi come un altro eccitante eppur malefico nome del confermarsi lontani.

ciao nadia

Concerto di gladioli fu degl’anni miei questa distesa ch’io in gaudio e impegno coglier volli a uno a uno pochi fuor ma sì intensi che paiono infiniti nel mio sorriso s’adunan e mai saran smarriti. Comunicar con altri è vocazion che il cuor ricama su chi informar e amar soavemente intreccia oltr’ogni vigliacco morbo che …

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su selvaggi temporali

Su selvaggi temporali arrampicarsi odo del pensar mio l’infrangibil abulia pur prostrato e di tristezza madido i’ godo dell’alma il folle parto che nome reca di poesia. Fogli indifesi asperger co’ illusioni di parole ispide e impietose qual chi tagli fa di gole orfica mission è d’un indecifrabile peregrinare nel qual fasci di speme pungon …

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velenoso urlante rampicante

Velenoso, urlante rampicante è questo ondeggiare di scomposta solitudine, irrazionale ch’ingestibile spumeggia, nel vacuo infeltrirsi dei giorni. Ardite divagazioni occhieggiano, fino al limitare di infiacchite labbra, ove le parole ormai divenute son coltelli, su cui gorgheggiano macchie impietose di ricordi. Osserva il silente, inesorabile sfiorire, della disiata, anelata compagnia, persone che senz’amare salutano, preghiere intrappolate …

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montagna e sacro

Estasi di cammino estenuante eppur dolce la silente cima si pavoneggia e rivela come impronta degli occhi del Dio creatore; tracce serbano i levigati sentieri nella seducente disarmonia dell’inquietudine dell’umana ricerca tra vette su cui si dondolano i raggi del sole. Sacro è questo procedere di gambe complici come il respiro dell’infrangibil Sinai su cui …

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schiaffeggiano il grigior

Schiaffeggia il grigior del dì l’epidermide all’orizzonte il viperin ghigno odesi di ventagli di irraggiungibil senso di parole profane consumasi il rotolar verso pendii di irreversibili fallimenti. Ribelli giganteggian sussulti di mare là ove dello sperar l’icastica spazialità guisa assume di velenoso motteggio; realtà e linguaggio quali affilate durlindane spumeggiano a esser feroci e indomabili …

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