Diario

AlL TEMPO DEI MAIALI ERAN SOSPIRI 75

Il nonno Pietro aveva un carattere molto più chiuso e taciturno,non solare come quello della nonna che illuminava anche le giornate più grige…All'incirca aveva un carattere come il mio ed era buono come il pane,e come detto precedentemente era difficile
che proferisse parola,anche se con me si mostrava diverso e più pronto al dialogo e
al gioco,maggiormente solare,quasi come la nonna Cesarina,e anche lui almerno in facciata non ostentava tristezza…Dalle esperienze di vita che mi raccontava quando
eravamo insieme,un fiume in piena che esonda parole fino ad allagare il paesaggio
interiore,posso senz'altro dire che era un uomo orgoglioso,determinato nelle sue azioni mai maligne,pronto al duro lavoro per mantenere la famiglia e saggio come un
filosofo.Ritornando alla visione del campino dove stavamo togliendo le erbacce alle piante,in quel periodo che io sappia non si usavano ancora i diserbanti e per le coltivazioni di piante,cioè per togliere l'erbacce gli imprenditori si avvalevano di tanta mano d'opera…Mi vedevo con in mano la falcina che il nonno mi diceva di non prendere in quanto pericolosa per un bambino piccolo come ero io…Quella piccola
falce per me era come un balocco stupendo,mi faceva sentire più grande di come in
realtà ero,non saprei proprio riparlandone ora,spiegare veramente cosa potesse
significare quel piccolo oggetto tagliente come un rasoio per me…Di sicuro come
accennato precedentemente era un mezzo,un tramite per sentirmi importante,utile,più grande d'età come in realtà non ero…quando mi diceva di non prenderla,prima lo guardavo in faccia con l'aria un po' ebete,poi prendevo coraggio e gli dicevo così. " La
falcina no!…La falcina no!…" Scuotendo la piccola testolina,e in quello stesso attimo
la prendevo in mano fra le risate divertite del nonno che poi me la faceva usare
responsabilizzandomi,anche se non ero perfettamente consapevole del significato
di tale astrusa parola. " Per questa volta birbantello usala pure ma stai attento
perchè taglia come
un rasoio ed è facile portarsi via le dita delle mani…Occhio
alla penna birbante,e stai attento che ti controllo. " E allora ero tutto felice,lieto
come una Pasqua di poter collaborare a tenere il campino pulito e visto che mi
faceva anche i complimenti finali ero ancor più contento e ansioso di affrontare
un nuovo giorno per ricominciare.Ogni volta era la stessa storia,si ripeteva lo stesso rito come in un giradischi…Un'altra cosa che mi ricordo di quel campino è il forte
olezzo di mimosa che si poteva odorare nel periodo della primavera,c'erano infatti
alcune mimose che lo abbellivano rendendolo maggiormente accogliente e bello,
pareva decorato di fantasia insieme alle altre fioriture.

OGNI RIFERIMENTO A COSE PERSONE E FATTI è PURAMENTE CASUALE

Leave a Reply