Poesia

La campagna ancor dormiva

Ascoltai il rumore delle foglie
che scosse dal vento frusciavano
in quell'attimo privo di pensieri,
la campagna ancor dormiva
abbracciata dal tenero candore
di una notte luminosa,sfarzo
del chiaror della regina della notte,
notte dominata dai metallici riflessi
di Selene in splendida forma.

Quel frusciar intimo e solenne
divenne improvvisamente un brusio
di voci che al mercato ortofrutticolo
rincorrono la frenesia.
attimi di estrema curiosità
dedicati
alla ricerca di merce di qualità
e prezzi convenienti ed equi.
Voci di uno spettegolar fastidioso
che enfatizzavano e dilleggiavano
il comportamento di persone
in quel preciso istante assenti,
pensai a l'ipocrisia dell'essere
umano tanto bravo a far la morale
ed a mercanteggiar le proprie virtù
per poi comportarsi come quello
che prende di ciò che vuol donare
ed agisce in modo scorretto,l'opposto
di quello che predica ai quattro venti,
quello di cui s'era vantato con gli amici
e ripromesso di abiurare,il santarello
patetico che come Giuda
tradisce per convenienza.

Probabilmente quella notte insonne
mi aveva avvolto nel suo torpore
dopo tanto penar,stavo sognando
ma non vedevo niente,
il nero assoluto nascondeva
la bellezza del colore,percepivo
l'incredibile sensazione
di essere la pietra di una ripida falesia
prospiciente il mare,che accoglie
fra le sue fredde braccia
le onde di acque serene.
L'incapacità di movimento
e l'incredulità mi donavano
sensi di profonda frustrazione.
Dopo immani sforzi
riuscii ad aprire gli occhi
ma c'era ancora il nero
che mi baciava in fronte.

Mi lasciai andare e persi la cognizione
dello spazio e del tempo
fino a quando,
aprendo finalmente gli occhi
ancor socchiusi
vidi la luce del sole
filtrata dalle sgretole dell'avvolgibile
che decorava
le pareti della camera
con strane fantasie
che riprendevan l'effige del sogno.

L'aurora mi aveva dato il buongiorno,
mi rilassai…Fuori un gruppo di bambini
stavano facendo un baccano infernale,
si sfogavano prima di immergersi
nei seri impegni scolastici,
e allor rimembrai…Ecco cos'era
quel brusio di voci
che percepivo nell'incoscienza del sogno.
Mi ero sbagliato,
non era lo spettegolar di murmuri al vento,
solo innocenti voci di bambini
nel gioioso verseggiar dell'alba.
Ma era ancor presto
per l'entrata della scuola
e allor ripensai che forse c'era una gita
in programma,il lieto evento
di una storia infinita
che esalta l'innocenza di un virgulto
nella pienezza della gioia della vita.
Intanto il sole bussava,insistente
ricordando gli impegni
ad un ancor assonnata mente.

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