Poesia

MARINAIO

La chiglia della mia nave
Solcava acque profonde, il vento
Teso gonfiava le vele, il sartiame
Sibilava irrequieto, l'orizzonte
Sembrava sempre più lontano

Perduto in quel deserto biancoazzurro
Sfidavo le tempeste e le lusinghe
Di terre all'orizzonte
Ma allontanavo ogni facile approdo
La nave era tutta la mia casa

Il rollio della tolda
Cullava a volte le tristi memorie
Di chi era rimasto ad attendere
Nelle notti di luna scintillante
Mi chiamavano voci di sirene

Non ero certo se sarei mai arrivato
In qualche terra, a un altro porto
Non ero certo se sarei mai stato
Più di un confuso ricordo
In chi un giorno mi aveva salutato

La nave, intanto, attraversava
Acque sempre più tiepide e tranquille
Le nevi e il gelo ormai ricordi lontani
E le parole dell'ultimo addio
Appena suoni frammisti alle onde

E il desiderio del ritorno
Si era dissolto sera dopo sera
Andare avanti, ancora, questo l'ordine!
Avanti, finché ci fosse stato mare
Fino all'incontro con la grande onda nera

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